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Le microplastiche nel sale, un problema globale emergente
Le microplastiche si insinuano anche nel sale da cucina: scopri quali tipi di sale sono più contaminati, i rischi per la salute e le soluzioni per una scelta più consapevole.
Il sale, un condimento essenziale nella nostra dieta quotidiana, sta diventando una fonte inaspettata di esposizione alle microplastiche. Recenti studi scientifici hanno rivelato una presenza allarmante di questi minuscoli frammenti di plastica nel sale da cucina, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e l'impatto ambientale.
La diffusione delle microplastiche nel sale
Una ricerca condotta dall'Università di Incheon in collaborazione con Greenpeace East Asia ha analizzato 39 campioni di sale provenienti da 21 paesi. I risultati, pubblicati sulla rivista "Environmental Science & Technology", sono sorprendenti: il 90% dei campioni conteneva microplastiche. Le concentrazioni variano significativamente in base al tipo di sale e alla provenienza geografica:
- Sale marino: 0-1.674 microplastiche per kg
- Sale di lago: 28-462 microplastiche per kg
- Sale di miniera: 0-148 microplastiche per kg
Impatto geografico e contaminazione
I campioni provenienti dall'Asia hanno mostrato i livelli più elevati di contaminazione, con un picco di 13.000 microplastiche in un campione indonesiano. Questo dato correla con il fatto che l'Indonesia è il secondo paese al mondo per apporto di plastica nei mari.Anche l'Italia non è immune: i campioni italiani hanno mostrato una contaminazione tra 4 e 30 particelle per kg.
Implicazioni per la salute umana
Considerando un'assunzione media di 10 grammi di sale al giorno, si stima che un adulto potrebbe ingerire circa 2.000 pezzi di microplastiche all'anno solo attraverso il sale.Questo dato solleva interrogativi sugli effetti a lungo termine dell'esposizione cronica alle microplastiche.
Tipi di microplastiche e loro origine
Le microplastiche trovate nel sale sono principalmente costituite da Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET), materiali comunemente usati negli imballaggi usa e getta. Questo suggerisce una diretta correlazione tra l'inquinamento marino da plastica e la contaminazione del sale.
Differenze tra tipi di sale
Il sale marino risulta essere il più contaminato, seguito dal sale di lago e infine dal sale di miniera. Questa differenza è attribuibile al metodo di estrazione: il sale marino è più esposto all'inquinamento oceanico.
Conclusioni e prospettive future
La presenza di microplastiche nel sale è un chiaro indicatore dell'ubiquità dell'inquinamento da plastica. Come afferma Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia, "è necessario fermare l'inquinamento alla radice". La ricerca evidenzia la necessità di:
- Implementare politiche di riduzione della plastica usa e getta
- Migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti
- Aumentare la consapevolezza pubblica sul problema
La contaminazione del sale è solo la punta dell'iceberg di un problema più ampio che richiede un'azione globale e coordinata per proteggere la salute umana e l'ambiente.
Fonti:
- Wise Society (https://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/sale-marino-microplastiche-greenpeace/)
- Slow Food Valli Orobiche (https://www.slowfoodvalliorobiche.it/microplastiche-nel-90-del-sale-da-cucina/)
- Il Fatto Alimentare (https://ilfattoalimentare.it/microplastiche-nel-sale.html)
- Pannello Ecologico (https://citybeachshop.eu/ce-plastica-anche-nel-sale-marino-che-mangiamo/)
- City Beach Shop (https://citybeachshop.eu/ce-plastica-anche-nel-sale-marino-che-mangiamo/)
- RSI (https://www.rsi.ch/info/consumi/La-plastica-è-anche-nel-sale--1036032.html)
- Greenpeace Italia (https://www.greenpeace.org/italy/comunicato-stampa/3819/la-microplastica-nel-sale-da-cucina-greenpeace-piu-del-90-per-cento-dei-campioni-contaminato/)